«Certo, oggi c'è bisogno di operai nelle fabbriche del Biellese. E sono sicuro anche nel prossimo futuro. E' una certezza. Due i motivi, principali: un po' per le sostituzioni di chi va in pensione e un po' per la ripresa economica ín atto. Mi sento di dire che la carenza di manodopera rappresenti un freno per la ripartenza. Sembra clamoroso, ma abbiamo bisogno di operai nonostante tutto quello che è stato fatto negli ultimi tempi per la formazione». Francesco Ferraris, vice presidente dell'Unione Industriale Biellese con delega all'Education è intervenuto nei giorni scorsi su La Nuova Provincia di Biella commentando la situazione complessa del mercato del lavoro nell'ambito di un approfondimento rispetto al nuovo corso ideato da Città Studi e Uib su richiesta di Quality Biella Group.
I vecchi valori, una nuova mentalità
«C'è uno scarto tra domanda e offerta che supera il 30 per cento nelle nostre aziende. Ecco perché serve ancora lavorare per rendere le nostre aziende interessanti come lo erano un tempo. Resiste, per il mondo manifatturiero e tessile in particolare, un vecchio pregiudizio che va superato. Stiamo vivendo un paradosso: le aziende cercano operai ma la disoccupazione si mantiene a livelli di guardia. Segno evidente che si deve lavorare per far coincidere domande e offerta - aggiunge Ferraris -. Credo che il tema sia legato ai valori serve un cambio di mentalità, in ragione del quale si comprenda che il lavoro in fabbrica può essere appagante, la base su cui costruire il proprio futuro, come avveniva una volta. Dati alla mano, si scopre che troppe persone cambiano lavoro, segno che il loro mestiere non piaceva. Noi invece vogliamo investire sulle persone. Il loro lavoro è fondamentale nella filiera della Made in Italy, che dobbiamo difendere con tutte le nostre forze. Il futuro del nostro sistema industriale ed economico si gioca in questa trasmissione di valori e di competenze».
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