L'inaugurazione di Milano Unica, 34a edizione della fiera internazionale dedicata a tessuti e accessori di alta gamma, ieri e oggi a Rho fiere, si è aperta con le parole del presidente della fiera, Alessandro Barberis Canonico, in memoria di Nino Cerruti e con un minuto di silenzio per ricordare l'imprenditore e stilista biellese scomparso recentemente.
Dopo l'intervento introduttivo del presidente di Milano Unica, il biellese Alessandro Barberis Canonico, l'incontro è proseguito affrontando da diversi punti di vista le problematiche della formazione e del reperimento della figure professionali specializzate necessarie a garantire l’integrità della filiera Tessile-Moda, che rappresenta lo straordinario valore aggiunto del Made in Italy. Sono intervenuti: Cirillo Marcolin, presidente Confindustria Moda, Sergio Tamborini, presidente Sistema Moda Italia e Carlo Maria Ferro, presidente Agenzia ICE, infine i saluti del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Patrizio Bianchi.
L'intervento di Alessandro Barberis Canonico
Nel suo intervento il presidente di Milano Unica, Alessandro Barberis Canonico, si è soffermato sulla disaffezione delle giovani generazioni nei confronti del lavoro nell’industria tessile, legata in parte a una percezione ottocentesca del lavoro in fabbrica “che - sostiene il presidente - non ha però riscontri nella moderna organizzazione produttiva, in cui prevalgono nuove competenze tecniche unite al saper fare artigianale. Ridare status al lavoro in fabbrica con un’adeguata formazione tecnica e culturale deve vedere l’impegno delle Istituzioni, ma anche delle famiglie. Anche se non va ignorato il problema della remunerazione, che deve essere affrontato a diversi livelli ma, soprattutto, con una coraggiosa e prolungata decontribuzione del lavoro giovanile”.
Soffermandosi sulle difficoltà registrate dal comparto nel corso del 2021, Barberis Canonico ha aggiunto: “Il debole andamento del nostro export, soprattutto sui tradizionali, maggiori mercati di sbocco, ha permesso di recuperare solo in parte i negativi risultati del 2020, nonostante la robusta crescita complessiva dell’economia e dell’industria italiana e della ripresa del commercio internazionale. Infine, da ultimo ma non meno importante, nella seconda metà del 2021, hanno significativamente influito i rincari e le difficoltà nel reperimento di materie prime e semilavorati, i costi di trasporto, nonché l’impennata dei prezzi energetici, rendendo ancor più complicata la gestione del conto economico per gran parte delle nostre aziende”.
“Mani sapienti per tessere il futuro della filiera”
L'inaugurazione è quindi proseguita con la tavola rotonda coordinata da Giulia Crivelli, giornalista de IlSole24ORE, in cui si è continuato ad affrontare della formazione e della difficoltà di reperimento di personale per la ripresa del settore tessile. Al confronto hanno partecipato: Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria con delega al Capitale Umano, Paolo Bastianello, presidente Comitato Education Confindustria Moda, Roberto Peverelli, presidente Rete TAM e Francesco Ferraris, presidente Gruppo Giovani Sistema Moda Italia e vice presidente dell'Unione Industriale Biellese con delega all'Education. A concludere la mattinata è stato il dialogo fra Ferraris e due giovani ex studenti di istituti professionali del Tessile Abbigliamento Moda, che hanno portato la loro testimonianza.
Le parole di Francesco Ferraris
"Il nostro settore deve tornare a comunicare i suoi valori: dobbiamo trasmettere meglio il bello del nostro saper fare, la forza del made in Italy nel mondo - ha affermato Francesco Ferraris -. Il problema della carenza di personale è trasversale, non riguarda solo il tessile. E’ in atto una tendenza generale del mondo occidentale, che investe tutti i settori, per cui “il lavoro” in sé è una delle priorità dei giovani, probabilmente non più l'unica: il riconoscimento sociale passa anche da altri fattori".
E' un cambiamento che ha attraversato l'industria e le generazioni: "La generazione del Dopoguerra aveva l'obiettivo di ricostruire. Quella successiva di costruire, di fare di più. Oggi la nostra generazione sente la necessità di contribuire ad un miglioramento di ciò che ci è stato dato e del contesto in cui viviamo. Per farlo, se le aziende riuscissero a fare sentire i giovani parte di questo cambiamento, allora sarebbero anche più attrattive. E i giovani, con la loro propensione al cambiamento continuo, alla velocità di reazione, all’apertura nei confronti del nuovo, possono dare un grande contributo all’evoluzione che il mercato richiede alle imprese". Essere giovani non è una questione anagrafica ma di atteggiamento, secondo Ferraris, che ha concluso il suo intervento con una citazione: "Si diventa vecchi quando i ricordi prendono il posto dei sogni".
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