Un momento della serata al Teatro Sociale Villani
Apertura all'esterno e dialogo fra territori, necessità di infrastrutture e centralità della formazione, pianificazione strategica e risorse disponibili per realizzare i progetti. Questi sono i temi principali che sono stati toccati durante la serata organizzata nei giorni scorsi da Il Biellese e il Corriere della Sera – Corriere Torino e intitolata “Recovery Fund, passaporto per il futuro del territorio”.
Intervista al territorio
La serata si è conclusa con un dialogo fra Marco Castelnuovo, direttore del Corriere Torino, e Gilberto Pichetto Fratin, viceministro per lo Sviluppo Economico, che hanno affrontato le opportunità di Next Generation EU, del Recovery Fund e del PNRR per il territorio. Nella prima parte dell'evento, inoltre, le riflessioni dei diversi relatori hanno potuto toccare più tematiche.
Fra i protagonisti dell'intervista al territorio, anche Ermanno Rondi, part president dell'Unione Industriale Biellese e delegato di Confindustria Piemonte per l’Education, che è intervenuto accanto al presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, e al vice presidente della Camera di Commercio Monte Rosa, Laghi, Alto Piemonte Alessandro Ciccioni, oltre ai presidenti di Cna Biella, Gionata Pirali, e di Confartigianato Biella, Cristiano Gatti.
Le parole di Ermanno Rondi
"Il problema di Biella è e resta il collegamento con l'esterno: le infrastrutture sono fondamentali per lo sviluppo" ha affermato il past president Uib, ricordando l'azione che da anni il territorio porta avanti in modo condiviso per avere un collegamento ferroviario veloce e diretto con Torino e Milano, purtroppo senza avere adeguato riscontro, e il progetto della fermata non in linea dell'Alta Velocità che potrebbe sorgere al Brianco.
Il delegato all'education di Confindustria Piemonte ha inoltre evidenziato perché sia importantissimo riuscire ad orientare i ragazzi nella scelta dei loro percorsi formativi prima, e del lavoro poi, perché "i cervelli non fuggono, i talenti scelgono e siamo noi a dover essere capaci di attrarli" ha spiegato Rondi, che ha focalizzato l'attenzione sulla trasformazione epocale che sta vivendo l'industria.
"Quando parliamo del mondo manifatturiero siamo abituati a pensare al processo industriale che va dalla materia prima al prodotto finito: in realtà oggi il mondo è cambiato e dobbiamo iniziare a pensare la processo industriale esattamente al contrario - ha aggiunto Rondi -. Dobbiamo partire da ciò che vuole il cliente e tornare alla materia prima. E' un cambio radicale del paradigma industriale: cambiano i ruoli, le professioni e il modo in cui si affrontano le attività, cambiano le mansioni e il modo di gestirle in autonomia. Per questo abbiamo bisogno di figure professionali nuove".
Desideri ricevere le nostre notizie?