Past president dell'Unione Industriale Biellese, oggi delegato di Confindustria Piemonte all'Education, Ermanno Rondi ha fatto il punto sulla necessità di sviluppare una formazione universitaria professionalizzante per cercare di colmare il divario fra domanda e offerta di lavoro tecnico.
Nel suo intervento su Industria Italiana, Rondi sottolinea: "La realizzazione di questo obiettivo rappresenta un compito strategico per il Paese che richiede di aumentare il numero di studenti nelle aree STEM dotati di profili pratici che consentano sia il recupero degli abbandoni, il drop out, tipico dei primi anni dell’università classica, che di valorizzare le attitudini pratiche dei giovani a cui si offrono, nell’attuale ordinamento, solo percorsi teorici; due risultati che ridurrebbero il mismatch domanda/offerta di lavoro tecnico, il tasso di disoccupazione giovanile e la percentuale di Neet che ci pone nelle ultime posizioni in Europa; una rinuncia al futuro che crea da un lato un problema sociale, non valorizza l’enorme potenziale di questi giovani e genera mancato sviluppo nel tessuto economico".
Va pianificato un salto culturale verso la formazione terziaria accademica
"L’attuale struttura degli ITS è un unicum non solo nel nostro ordinamento scolastico - continua Rondi - grazie a specificità strategiche rappresentate dai percorsi flessibili ed aperti al riconoscimento di competenze acquisite all’esterno, allo stretto collegamento con le aziende dei territori di pertinenza, all’alternanza scuola/ lavoro come elemento didattico; tutti fattori distintivi anche nel confronto con le più radicate esperienze estere come quelle di Germania, Francia e Svizzera, ma occorre pianificare e sviluppare un salto culturale e di visione per entrare in una prospettiva percepibile di formazione terziaria accademica".
Si aprono nuovi scenari sulle politiche attive del lavoro
Il disegno di legge approvato dalla Camera nel luglio scorso potrebbe aprire scenari molto interessanti non solo sul lato della formazione nelle sue diverse accezioni, ma anche sul lato dell'occupabilità: "L'ITS Academy può diventare un vero strumento per le Politiche Attive per il Lavoro - spiega Ermanno Rondi - sia per quanto riguarda l’impiegabilità dei diplomati, che per la possibilità di strutturare percorsi di upskilling o reskilling, oltre a prevedere strumenti divulgativi per il lifelong learning. La stretta relazione con il mondo del lavoro e delle imprese consente alle Fondazioni di avere un quadro sempre aggiornato sull’evoluzione del settore di riferimento e sulle sue esigenze, ma questo non è più sufficiente, in un’ottica evolutiva di tipo Accademico deve anche stimolare, attraverso le connessioni con il mondo della ricerca, con le Associazioni datoriali e con tutto l’ecosistema della conoscenza, che ognuna dovrà costruirsi, di operare in termini prospettici, diventando motore di aggiornamento e di indirizzo nei cambiamenti che si renderanno eventualmente necessari per i Territori e per le Imprese.
Le tre sfide per il futuro
Sono tre, secondo Rondi, le sfide che l’Accademia per l’Istruzione Tecnica Superiore deve affrontare:
"Ministero, Regioni e Fondazioni - conclude Ermanno Rondi - sono quindi chiamati ad affrontare una nuova sfida per far sì che gli ITS Academy diventino grazie al loro Capitale Umano, struttura, formatori ed allievi, il motore del cambiamento organizzativo e tecnologico connesso alla prospettiva 4.0 ed alla correlata digitalizzazione e nuovi modelli produttivi".