Nella fascia di età lavorativa tra 15 e 64 anni, che oggi conta nel Biellese 100.763 individui, tra 10 anni, nel 2035 potrebbero esserne disponibili oltre 11 mila in meno, con un ulteriore calo del 10,9%. Si tratta della percentuale più elevata in Piemonte, l’unica in doppia cifra, anche rispetto alla media regionale, meno 7,4% con quasi 200mila individui in meno in età da lavoro, e a quella nazionale, meno 7,8%, con 2,9 milioni in meno.
A commentare i dati riportati da La Stampa Biella, è Stefano Sanna, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriale Biellese: "La sfida demografica è un fenomeno di portata epocale, anche in economie avanzate (seppur in diversa misura) e troppo a lungo sottovalutato, specialmente in Italia, nonostante la famiglia sia un’istituzione più radicata che altrove. Non esistono ricette per risolvere il problema in tempi rapidi, ma molto può essere fatto anche a livello locale, a cominciare da una migliore gestione dei fenomeni migratori, superando i problemi culturali, le diverse attitudini e il diverso approccio al mondo del lavoro in cui l’inserimento non è automatico".
"La sfida si gioca anche dentro le imprese - prosegue Sanna - e riguarda l’organizzazione aziendale, con maggiore attenzione alle politiche di welfare, su cui si registra una crescente consapevolezza. La dinamica demografica sfavorevole non riguarda però solo le poche nascite, ma anche i giovani che scelgono di andare altrove: quando parliamo di evoluzione dei modelli organizzativi aziendali il riferimento non è solo alla flessibilità, ma anche alla produttività. Rendere le nostre imprese attrattive per i talenti significa offrire loro mansioni e ruoli a più alto valore aggiunto, in linea con le loro competenze e che possono essere meglio retribuiti".