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Rappresentanza - News - 18/11/2024

"La manifattura reclama coraggio e nuove energie"

L'intervento di Sanna, neo vice presidente GGI regionale, sul Biellese


"Visto l'attuale periodo storico, la delega tocca temi chiave per la competitività del nostro sistema produttivo. In questo momento abbiamo una serie di fattori che purtroppo giocano a nostro sfavore: l'energia che paghiamo più cara di tutti, le infrastrutture particolarmente carenti e dei rapporti commerciali che vanno ridisegnandosi". Così Stefano Sanna, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriale Biellese e neo vice presidente regionale con la delega a  Industria, Competitività e Finanza affidatagli dalla presidente Giulia Tancredi, è intervenuto nei giorni scorsi sul Biellese.


"E' l'ora del coraggio"

"L’atteggiamento mantenuto sino a oggi non basta più, è venuta l’ora del coraggio - prosegue Sanna -. Il Gruppo Giovani di Confindustria Piemonte lavorerà per rilanciare la storica vocazione manifatturiera della regione, ma non certo guardando al futuro con lo specchietto retrovisore. Occorre muoversi verso quelle che si stanno rivelando essere le frontiere dei settori dove la manifattura subalpina è radicata: l’automotive che diventa mobilità, l’aerospazio, prima una nicchia e ora sempre più importante, le evoluzioni del settore tessile verso la ricerca applicata, citando Magnolab o il Recycling Hub".

 

"Nuovi modelli organizzativi e maggiore diversificazione"

Edivenziando il ruolo dell'Europa e la centralità delle imprese nella transizione in atto, il neo vice presidente regionale aggiunge: "Sarà cruciale accompagnare le nostre imprese verso una maggiore diversificazione dei mercati di sbocco e verso modelli organizzativi che consentano un affrancamento dal paradigma della sub-fornitura verso le filiere di altre economie. Questo anche in ragione del fatto che solo una manifattura forte porta innovazione e ricerca tali da consentire lo sviluppo di un terziario avanzato".

"Il Piemonte troverà un futuro - conclude Sanna - solo se saprà dotarsi di una rete infrastrutturale che lo riporti al centro dell’Europa».

 

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