"Il tessile ha sempre avuto andamenti discontinui, fa parte della normalità del nostro tipo di industria. Ma come si può facilmente dimostrare, il Biellese ha sempre avuto capacità di risposta ai momenti bassi, reagendo con azioni efficaci e aggressive se necessarie". Con queste parole il vice presidente dell'Unione Industriale Biellese, Paolo Barberis Canonico, è intervenuto sul Biellese con un punto di vista diverso rispetto al refrain del "tessile in crisi" che si sente spesso sul territorio, fra i primi distretti tessili a livello nazionale e riconsociuto in tutto il mondo.
I dati economici servono a capire le tendenze in atto e offrono strumenti di lettura sia dal punto di vista congiunturale che strutturale: "Lo sconforto di questo momento, per esempio, è dato dal rallentamento oggettivo della produzione che comunque non ha nulla a che vedere con un problema strutturale - spiega il vice presidente -. Arriviamo da un periodo di difficile lettura, condizionato dai provvedimenti imposti dalla pandemia. Questi hanno dato uno scossone al sistema economico e sociale che ha esasperato l'effetto "mercato zero". La tensione ha poi fatto sì che dal pessimo si passasse allo straordinario con una ripresa mai registrata prima e in tutti settori. E' evidente che il 2024 riportasse tutti alla normalità. Ed è sempre stato così, anche se con oscillazioni meno estreme ovviamente".
Le aziende hanno imparato a reagire alle crisi
Paolo Barberis Canonico ha anche sottolineato la capacità di reazione del distretto grazie alle imprese ormai strutturato per affrontare i periodi di crisi: "Le aziende che prosperano, oggi hanno medie e più solide dimensioni rispetto al passato e una qualità di prodotto altissima. Prima, anche se grandi, avevano comunque un'impostazione pur sempre artigianale. Oggi sono moderne, completamente rinnovate e in grado di affrontare il mercato e le sue dinamiche. L'imprenditore biellese ha maturato una capacità di risposta strategica molto efficace che fino a 20, 30 anni fa non aveva. Abbiamo capito che la crisi fa parte del lavoro e abbiamo imparato a reagire".
Altissima percentuale di contratti a tempo indeterminato e spazio per i giovani
Una conferma arriva dai dati sui fabbisogni occupazionali: "La richiesta di manodopera su tutto il territorio regionale e in particolare nel Biellese, nel nostro settore è molto elevata - ricorda il vice presidente -. Se al primo posto c'è l'accoglienza food and beverage, subito dopo c'è l'industria tessile ormai in maniera stabile. Un altro dato riguarda la percentuale di contratti a termine sugli indeterminati, 7 a 100, più alta del resto d'Italia. Il contratto a termine il più delle volte è infatti una "taratura" del dipendente, al quale viene confermato poi un posto stabile e con un percorso professionale di crescita. Nelle nostre aziende, più che in altri settori, la relazione tra collaboratori e impresa è una questione di fiducia a lungo termine, di condivisione di valori, di una cultura che ci rende forti. Ci sappiamo muovere non solo nel tessile classico, ma anche in quello tecnico, nell'automotive come nel medicale. Per questo abbiamo bisogno dei giovani nei nostri reparti. Ci sono spazi nuovi da esplorare e sperimentare e idee da mettere in pratica. Solo le nuove generazioni possono darci gli stimoli giusti. Il tessile italiano e quello biellese sono vivi e dinamici. Le crisi? Offrono opportunità e stimoli per fare di più e meglio".