Giovani, lavoro e imprese: la sfida generazionale. Su questo tema è intervenuto, mercoledì scorso, il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriale Biellese, Stefano Sanna, ospite dell'incontro organizzato dal Lions Biella Bugella Civitas e che rientra nel progetto biennale del club "Amedeo Avogadro: conoscere il passato per vivere le sfide del futuro".
Il ruolo dell'imprenditore come interprete delle nuove tendenze
"Nei prossimi giorni, proprio qui a Città Studi, organizziamo Wooooow! Io e il mio futuro, il salone dell'orientamento scolastico, della formazione e del lavoro - ha ricordato il presidente GGI UIB -: lo facciamo insieme ad enti e soggetti del territorio perché siamo convinti che il futuro dell'orientamento passi prima di tutto dalla condivisione delle esperienze".
Sanna ha quindi ricordato la questione demografica, il fatto sul territorio la popolazione sia sempre più anziana e sempre più scarsa. Il tema, dunque, è come attrarre le persone. Una delle leve è rappresentata dal ruolo dell'imprenditore che può essere portatore di valori a beneficio dello sviluppo locale. L'impresa, infatti, può essere un laboratorio di tendenze che anticipano la società, come ad esempio la multiculturalità, inoltre nella visione strategica l'imprenditore agisce su un orizzonte temporale più ampio rispetto a quella della politica e indaga quali saranno i trend del futuro nel lungo periodo.
"Nel passaggio generazionale all'interno di ogni impresa - ha aggiunto Sanna - la generazione successiva riceve il testimone da quella precedente e deve tramandare i valori e le peculiarità della cultura aziendale che eredita. Ma deve anche portare avanti l'impegno di essere interprete delle nuove tendenze, non solo per l'impresa ma per il territorio".
Come "imparare ad imparare" in modo continuo
Il neo presidente di Città Studi, Ermanno Rondi, ha tracciato un quadro del mercato del lavoro a livello regionale, citando l'analisi realizzata da Confindustria Piemonte e Agenzia Piemonte lavoro sulla stima dei pensionamenti: si tratta di circa 90 mila persone, solo in Piemonte, solo per il lavoro dipendente, che escono dal mercato del lavoro e per cui non c'è turnover visto che mancano le persone. Nonostante l'alto numero di neet, giovani che non studiano e non lavorano.
Emerge dunque il tema dell'orientamento, che dovrebbe essere incentrato sull'analisi delle attitudini della persona, quindi su quali sono le competenze collegate e come possono essere impiegate sul mercato. Rondi ha inoltre sottolineato che progettare la formazione, oggi, significa pensare a cosa accadrà fra 10 anni, considerando il cambiamento del modello organizzativo che la digitalizzazione sta realizzando: "Bisogna insegnare ai ragazzi a "imparare ad imparare" in modo continuo, per stare al passo con il cambiamento continuo - ha concluso Rondi -. Dobbiamo dare ai ragazzi le basi su cui costruire il loro progetto di vita e le conoscenze su cui continuare a costruirne di nuove, con curiosità e determinazione".
Il dibattito, moderato dal giornalista Giovanni Orso, si è concluso con l'intervento del l'avvocato Luigi Balestra, professore di diritto civile presso l'Università di Bologna e presidente dell'Osservatorio economico e sociale Riparte l'Italia, che ha illustrato gli aspetti più giuridici e tecnici del lavoro che oggi e in futuro interesserà i giovani.
L'incontro è stato organizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio, dei Comuni di Biella e Quaregna, di Federmanager e dell'Unione Industriale Biellese.