“La necessità di poter contare su infrastrutture adeguate come condizione fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo delle imprese e, più in generale, di un territorio, è da sempre una delle priorità su cui insistiamo con maggior impegno. Questo vale a livello locale (penso ai collegamenti ferroviari, stradali e alla connettività) e a livello internazionale: soprattutto per un distretto come il nostro, fortemente vocato all’export, è importante ridurre i disagi e accorciare i tempi degli interventi necessari a riaprire le principali vie di collegamento con l’Europa, il Frejus e il Bianco. Fin da ora bisogna agire per una gestione ottimale della manutenzione e delle situazioni di emergenza in caso di incidenti, puntando su una pianificazione strategica che è fondamentale per le imprese, per l’economia e per tutto il territorio”.
Con queste parole Pier Francesco Corcione, direttore dell’Unione Industriale Biellese, è intervenuto su Eco di Biella commentando i forti disagi causati dalla chiusura programmata del Bianco (prevista per lunedì 4 settembre e ora rimandata, probabilmente a settembre 2024) e dalla frana che ha bloccato il transito sul Frejus.
Nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, ha ricordato che il Piemonte è la quarta regione esportatrice in Italia: si stima che i 72 mesi di blocco della circolazione provocheranno un calo del Pil del 5,4% per tutto il Nord-Ovest, pari a circa 600 milioni l'anno, per 11 miliardi persi nei 18 anni di manutenzione previsti: "Bisogna mettere in campo velocemente la seconda canna del Bianco - ha detto Gay - Le risorse ci sono".