
L’indagine congiunturale realizzata da Unione Industriale Biellese rispetto alle previsioni degli imprenditori sul secondo trimestre 2023 indica un generale miglioramento.
Ecco il saldo fra pessimisti e ottimisti dei principali indicatori sulle previsioni degli imprenditori biellesi dell'industria manifatturiera e del terziario per il secondo trimestre 2023:
Il commento di Paolo Barberis Canonico, vice presidente Uib
A commentare l’indagine è Paolo Barberis Canonico, vice presidente Uib con delega all’Economia di Impresa, Sviluppo delle Filiere e Sostenibilità: “Pur restando al di sotto della media regionale, le previsioni degli imprenditori rispetto al secondo trimestre dell'anno sono in miglioramento su tutti i fronti: migliorano produzione, occupazione e ordini, che tornano in area positiva. Restano ancora di segno meno le aspettative rispetto alla redditività, anche se sono migliorate notevolmente rispetto alle ultime rilevazioni. I margini, infatti, continuano ad essere erosi dall'elevata incidenza dei costi delle materie prime, dall'inflazione, dalle variabili legate agli scenari internazionali. In questa congiuntura molto complessa, è evidente il ruolo centrale delle imprese che hanno saputo essere un punto fermo. Ora più che mai, in un momento di ripresa degli ordini, è importante supportare le imprese attraverso azioni mirate e rapide, dalla concretizzazione delle risorse rese disponibili con il Pnrr all'accesso al credito, dal supporto agli investimenti fino alla riduzione del cuneo fiscale".
Il commento di Marco Gay, presidente Confindustria Piemonte
“La resilienza dimostrata dall'industria della nostra regione negli ultimi 18 mesi, quando i margini sono stati erosi dall’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, sta dando i suoi frutti. Le imprese piemontesi hanno saputo rimanere competitive, all’interno delle filiere produttive e di fornitura, dove da sempre rappresentano un’eccellenza. Nei prossimi mesi il nostro tessuto imprenditoriale è però chiamato a raccogliere nuove sfide ed opportunità, penso alle infrastrutture materiali e immateriali, ma anche al pieno utilizzo delle risorse del Pnrr e dei fondi strutturali europei. A fare la differenza sarà la capacità di concretizzare il partenariato pubblico-privato. Dare insomma concretezza alle sinergie che possono consolidare lo sviluppo e la gestione delle transizioni tecnologica e ambientale".
L'indagine regionale
L’indagine congiunturale, realizzata a marzo da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccoglie le valutazioni di quasi 1.100 imprese manifatturiere e dei servizi. A dicembre avevamo parlato di un clima di attesa, improntato alla cautela piuttosto che al pessimismo. A marzo, gli indicatori registrano un sensibile miglioramento del clima di fiducia, spiegato in particolare dall’inversione di tendenza del comparto manifatturiero. Per quanto riguarda ordini e produzione, il saldo previsioni di aumento e riduzione migliora di circa 17 punti percentuali rispetto a dicembre, attestandosi su valori tipici delle fasi di espansione. Nella manifattura il tasso di utilizzo degli impianti scende al 7,8%, vicino ai minimi storici. Si rafforzano in misura considerevole le previsioni occupazionali. Gli investimenti si mantengono intorno al 30% delle aziende. Un quarto delle imprese ha un portafoglio ordini di oltre 6 mesi, in aumento rispetto ai mesi scorsi. Restano buone le condizioni di pagamento (ritardi negli incassi e tempi medi di pagamento). Sembra interrompersi il trend negativo della redditività; si attenuano le tensioni sui prezzi delle materie prime.
A livello settoriale, le valutazioni delle imprese manifatturiere, a dicembre decisamente prudenti, si allineano a quelle delle imprese dei servizi. Il valore degli indicatori è praticamente identico. In particolare, nel manifatturiero le prospettive si rafforzano in quasi tutti i settori. I comparti manifatturieri che esprimono le valutazioni più favorevoli sul prossimo trimestre sono industrie varie (gioielleria, ecc.), chimica, edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il comparto dei servizi, in tutti i comparti i saldi perdono qualche punto rispetto a dicembre ma si mantengono ben al di sopra del punto di equilibrio. Resta ampia la forbice dimensionale, tra imprese con oltre 50 addetti da un lato e imprese al di sotto dei 50 addetti dall’altro. Il saldo crescita-riduzione riferito ai livelli produttivi è rispettivamente di 21% e 13%.
I dati nel dettaglio
Per il secondo trimestre del 2023, le attese sulla produzione delle oltre 1.100 imprese piemontesi migliorano sensibilmente rispetto a quelle del primo trimestre: il 25,4% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 9,8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +15,6% (era +4,0% a settembre).
Il 21,1% delle rispondenti prevede un aumento dell’occupazione, contro il 4,5% che ne prevede la riduzione, e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +16,6% (era 9,9% la scorsa rilevazione). Trend positivo anche per gli ordinativi, con un saldo del +14,9% e un aumento di 13,5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione.
Tornano a crescere le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +3,0%, probabilmente grazie al rallentamento dei costi delle materie prime energetiche e di conseguenza della logistica. Buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 28,4% delle rispondenti (era il 27,0 a dicembre). Cala ulteriormente il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il 6,1% delle imprese. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +21,4%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo di 8 punti inferiore (+13,2%).
Si assestano gli aumenti dei prezzi, rispetto al 2022: il 31,9% delle aziende del campione prevede aumenti nei prezzi delle commodity nei prossimi tre mesi (la percentuale registrata a dicembre era del 56,1%). Il 22,4% si aspetta ulteriori ancora aumenti energetici (era il 66,6%), mentre il 30,3% teme la salita dei costi di logistica e trasporti (era il 61,2%).
I dati territoriali
A livello territoriale, si osserva un miglioramento superiore alla media regionale per Canavese, Torino, Asti e Novara, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +30,2%; +22,8%; +18,9% e +18,3%. Seguono Cuneo, Verbania, Biella e Alessandria con salti del +13,6%, +12,5%, +12,2% e 11,5%. Unica provincia con segno negativo è Vercelli, che registra un -1,1%, comunque in miglioramento rispetto al -9,6% della scorsa rilevazione.
Nel manifatturiero, si registra un marcato miglioramento delle attese, rispetto a dicembre, con saldi che passano dal -1,9% a +15,5% per la produzione. I saldi ottimisti-pessimisti per ordinativi e occupazione sono pari a +12,6% e -14,9% (erano -4,5% e +7,7% a dicembre). Il saldo dell’export torna positivo (+4,9%, da -2,3%). Bene gli investimenti, che interessano il 29,5% delle aziende, in salita rispetto al 28,3% di dicembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (78%), mentre scende ancora il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 7,8% delle imprese.
A livello settoriale, le attese della metalmeccanica (+15,7% il saldo ottimisti-pessimisti) migliorano sensibilmente rispetto al primo trimestre (+3,2%), con un ricorso alla CIG da parte del 7,0% delle aziende; gli investimenti del comparto interessano il 31,9% delle rispondenti. In particolare, si segnala la performance positiva del comparto automotive (+31,0%), industria elettrica ed elettronica (+19,0%) e macchinari e apparecchi (+15,3%).
Tra gli altri settori manifatturieri si segnala il buon andamento di edilizia e impiantisti (+33,3%), manifatture varie (-24,7%), chimica (+19,0%), alimentare (+13,5%), tessile (12,3%). Più prudenti, ma positive, gomma-plastica (+8,9%) e legno (+6,7%).
Nei servizi il clima di fiducia resta stabilmente positivo rispetto a dicembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 15,8% (era 17,9% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +20,5% (da +15,7%), quello sull’occupazione è pari +20,8% (era 15,1%). Gli investimenti crescono leggermente (25,7%), stabile il ricorso alla CIG (2,0%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (85%). A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +27,0% per i servizi alle imprese, +20,9% per l’ICT, 14,0% per gli altri servizi, +12,0% per i trasporti. Più caute le attese per commercio e turismo (+4,4%) e utility (-5,6%).