“Nei contratti nazionali firmati da Confindustria, anche le qualifiche più basse prevedono salari superiori a 9 euro lordi all’ora: la questione del salario minimo, quindi, va valutata con attenzione per quanto riguarda quei lavoratori che non sono tutelati dalla contrattazione collettiva nazionale”. Con queste parole, Giancarlo Ormezzano, vice presidente dell’Unione Industriale Biellese con delega alle Relazioni Industriali, è intervenuto oggi su Eco di Biella.
Ma un "salario minimo", nel Biellese, quanti lavoratori potrebbe coinvolgere? Come riporta il giornale locale, stabilirlo con rigorosa certezza è difficile, tuttavia, è possibile tentare di enucleare una cifra, con buona approssimazione, ricavandola da dati più generali. Al 3% dei dipendenti, infatti, non viene applicato un Ccnl: così, per quanto riguarda il Biellese, ciò potrebbe significare che l'operazione recherebbe un beneficio a 1.700 persone circa, essendo 54 mila le persone con contratto di lavoro dipendente, ma la platea si allarga se si aggiungono i lavoratori a progetto o in partita Iva mono-committente. In Piemonte, peraltro, i lavoratori con una paga inferiore di due terzi a quella mediana sono il 6,9%. Ciò significa che, facendo una proiezione sul Biellese, in questo caso la platea dei beneficiari di un "salario minimo" sul territorio potrebbe arrivare alle 3.726 persone.