La crisi economica internazionale generata dalle conseguenze della pandemia ha colpito duramente il settore tessile. Per analizzare la complessità della situazione e tracciare le coordinate per una ripresa possibile, SMI ha realizzato il “Percorso per il Rilancio della Filiera italiana del Tessile&Abbigliamento”, documento che è stato consegnato al ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
Il dossier contiene proposte concrete e attivabili in tempi rapidi per interventi finalizzati al mantenimento ed alla crescita della filiera. Non volendo semplicemente indicare uno stato di crisi, ma qualificare scientificamente al Governo l’analisi nei dettagli, SMI si è avvalsa dell’analisi econometrica sull’andamento del settore realizzata dalla Divisione Ricerca Applicata e Advisory della Business School dell’Università Carlo Cattaneo LIUC e del contributo dell’ing. Luca Bettale di Long Term Partners.
Il documento è stato realizzato mettendo a fattor comune le istanze presentate dai principali distretti tessili, fra cui Unione Industriale Biellese: estendere le misure a sostegno di liquidità e export, l’alleggerimento degli oneri fiscali e meccanismi di ristoro, investimenti a supporto di innovazione e transizione digitale, di sostenibilità e economia circolare, incentivare ulteriormente la patrimonializzazione e la ricapitalizzazione delle imprese, incentivi alle assunzioni, puntare sulla diffusione ancora più estesa dei valori della cultura di impresa anche a supporto di azioni di orientamento volte alla formazione e all’inserimento nell’industria tessile di figure che rispondano agli specifici fabbisogno occupazionali delle imprese.
Le parole del vice presidente Smi-Confindustria Moda, Ercole Botto Poala
A commentare l’iniziativa è Ercole Botto Poala, ceo di Reda e vice presidente di Smi e di Confindustria Moda: “In questo momento particolarmente complesso, un documento puntuale e complessivo del settore è fondamentale per riuscire a mettere a fuoco le diverse necessità di una realtà manifatturiera così articolata e sfaccettata come quella tessile. Il documento affronta concretamente i bisogni delle decine di migliaia di aziende che, sul territorio nazionale, rappresentano una delle punte di diamante dell’industria italiana nel mondo".
E lo fa in modo condiviso, grazie alla collaborazione da parte di diversi soggetti fra cui anche università, e al punto di riferimento del Centro Studi di Confindustria Moda: "Credo che in questo momento sia molto importante dare un segnale di compattezza del settore tessile e moda. - continua Botto Poala -. E’ altrettanto importante dare al Governo uno strumento concreto che, in modo propositivo, realistico e concreto, possa fornire gli elementi per pianificare la ripresa dell’industria tessile e moda in particolare, e della manifattura del Paese in generale”.
Le proposte
E' stata elaborata una strategia di intervento strutturale per il rilancio della filiera, concepita su tre livelli operativi e con investimenti complessivi per circa 8 miliardi di euro:
Le risorse necessarie, gli orizzonti temporali e le direzioni degli investimenti sono ben dettagliati nel dossier. Essenziali per la riuscita del piano sono i tempi di attivazione. La tempestività e la puntualità faranno la differenza per il futuro delle imprese e dei lavoratori del settore.
Lo scenario
Lo scenario attuale, evidenziato dall’analisi realizzata dal Centro Studi di Confindustria Moda, ha confermato che la filiera del Tessile-Abbigliamento ha perso nel corso del 2020 il 23,7% del fatturato rispetto al 2019, cioè a valore - 13,3 Mdi di fatturato.
Lo stato attuale del settore, senza alcun intervento strutturale, prevede nell’arco dei prossimi 3 anni, una perdita di fatturato rispetto ai dati 2019 di circa 9 miliardi di euro, la chiusura di circa 6.500 imprese (il 15%) con la perdita di circa 70mila posti di lavoro (il 17,8%): un vero e proprio tsunami economico e sociale.
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