L'indagine di Prometeria e Intesa Sanpaolo è stata al centro dell'approfondimento che Eco di Biella ha dedicato, oggi, alle previsioni di ripresa per il Distretto.
A commentare l'analisi sono stati Paolo Barberis Canonico, vice presidente dell'Unione Industriale Biellese con delega a Economia di Impresa, Sviluppo delle Filiere e Sostenibilità, e Nicolò Zumaglini, rappresentante della Piccola Industria nel Consiglio Generale Uib e vice presidente della Piccola Industria in Confindustria Piemonte.
Paolo Barberis Canonico: "Troppe incertezze, servono tempo e investimenti per una ripresa duratura"
“Le previsioni elaborate da Prometeia e Intesa Sanpaolo tracciano una prospettiva incoraggiante per la manifattura italiana. L’analisi mette in evidenza in modo particolare la reattività delle imprese e la capacità di rapido recupero dalla crisi generata dalle misure per contrastare la pandemia: tali caratteristiche si ritrovano in modo particolare anche nel tessuto industriale locale. Le numerose restrizioni talvolta difficilmente comprensibili come, ad esempio, le limitazioni ai viaggi, le tensioni sempre più gravi nella supply chain globale delle materie prime o dei trasporti di merce, nonchè la grande incertezza che continua ad incombere sui mercati internazionali, rappresentano un freno all’avvio di una ripresa più solida e duratura. In particolare, il tessile legato all'abbigliamento è fra i settori che maggiormente hanno subito le conseguenze della crisi ed avrà quindi necessità di maggior tempo ed investimenti per poter ritornare a livelli economicamente soddisfacenti”.
Nicolò Zumaglini: "Si comincia a riacquistare fiducia"
"I segnali incoraggianti, per il nostro tessile, cominciano a cogliersi. Sono, soprattutto, quelli che
giungono da Cina e Stati Uniti sia in relazione ai tessuti sia in relazione ai prodotti finiti. Effettivamente si spera che già il secondo semestre del 2021 possa consuntivare una crescita importante, grazie anche al traino rappresentato dalla ripresa dei saloni del tessile-abbigliamento. I numeri cominciano a essere interessanti anche per le piccole-medie imprese che, del resto,rappresentano la grande maggioranza delle aziende di settore. Proprio questi positivi segnali, che ora stiamo registrando, confermano che lo sblocco dei licenziamenti, se fosse avvenuto prima, avrebbe costretto le aziende a privarsi di un numero maggiore di dipendenti. Ora, seppur possano essere ipotizzabili tagli o ristrutturazioni, il fatto di cominciare a riacquistare fiducia nel futuro mette le imprese in condizione di fare scelte più meditate e sicure. La voglia di ripartire e di tornare alla vita normale sta ricominciando a spingere gli acquisti e questo fa ben sperare".