«Nel primo tavolo d'incontro con il neo-ministro del Lavoro, Andrea Orlando, Confindustria ha assunto una posizione molto chiara. Sul tappeto vi sono due principali nodi da sciogliere: quello relativo al termine dello stop ai licenziamenti e quello relativo alla riforma degli ammortizzatori sociali".
Giancarlo Ormezzano, vicepresidente dell'Unione Industriale Biellese con delega a Relazioni Industriali e Sviluppo del welfare aziendale, è intervenuto oggi su Eco di Biella.
"Nel primo caso - prosegue il vicepresidente Uib - la posizione degli industriali non è stata di chiusura pregiudiziale rispetto alle richieste manifestate precedentemente allo stesso ministro da parte sindacale, quanto una posizione realistica e pragmatica. L'Italia è il secondo Paese manifatturiero dell’Ue e la manifattura implica il ricorso massiccio a collaboratori e dipendenti. Di qui, l’invito a distinguere secondo un criterio selettivo ovvero prorogando lo stop per quelle attività chiuse dai decreti statali, ma consentendo le ristrutturazioni necessarie a quelle attività le cui riduzioni sono dovute al mercato: a queste aziende, nelle quali rientrano molte realtà della filiera tessile-abbigliamento-moda, bisogna consentire di potersi riposizionare celermente, proprio per far ripartire il mercato del lavoro".
"Sul secondo aspetto, quello relativo alla riforma del sistema degli ammortizzatori - aggiunge Ormezzano - è bene chiarire che la visione industriale di superare la mera NaSpi e il sistema del sussidio, legandoli a politiche attive del lavoro è la conseguenza di quella rivoluzione che proprio la manifattura sta affrontando e dove all’esigenza di manodopera si va progressivamente sostituendo quella di “teste d’opera”. Di qui, come peraltro sta facendo l’Uib con un proprio progetto, la necessità di un ricorso sempre più frequente alla formazione continua del lavoratore per creare quei profili high skills e di maggiore connotato tecnologico, rispondenti alle esigenze delle imprese e in grado di ridurre così il mismatch tra domanda e offerta di lavoro».