“Un grazie particolare a chi ha partecipato a Sfidiamo il Futuro, non solo per la presenza ma soprattutto per il grande interesse e la curiosità che hanno animato i quattro incontri. Grazie soprattutto ai Giovani Imprenditori che hanno scelto di investire parte del loro tempo in questa iniziativa, che spero sia riuscita a infondere almeno la scintilla di indagare meglio i nuovi paradigmi che la trasformazione “smart” sta portando nel saper essere e nel saper fare di tutti noi”. Così Francesco Ferraris, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese, ha concluso il ciclo di quattro incontri dedicati a Smart Work, Smart Industry, Smart City e Smart Human, nei giorni scorsi a Palazzo Gromo Losa.
Più di 100 partecipanti hanno preso parte alla serata conclusiva, focalizzata sul ruolo della persona al centro della trasformazione globale: leadership di nuova generazione, evoluzione digitale, rapporto uomo-macchina, integrazione tra il fare e l’essere, tra le competenze e i valori. Un viaggio dalla teoria alla pratica in cui le caratteristiche “smart” dell’essere umano sono state traslate in ogni ambito, in particolare quello aziendale, mettendone in luce il grande valore non solo per la comunità ma anche per l’organizzazione e per il business.
“Siamo obbligati ad interagire con la tecnologia, con la presenza costante delle macchine – ha spiegato Sofia Allegra Crespi, Business Awareness Institute partner – e questo può anche generare frustrazione, non solo offrire maggiore comodità. Ciò che fa la differenza è la nostra consapevolezza della specificità dell’essere umani, che ha a che fare con la creatività, l’emotività, la motivazione, l’identità che sono per l’appunto quegli “Smart Human factors” che non potranno facilmente essere trasferiti alle macchine”.
Luca Migliore, Direttore Commerciale, Vendite e Marketing ATM S.p.A. Milano, ha portato l’esempio del “direttore della 70”: “Un autista di una linea che attraversa una zona dell’estrema periferia milanese che conosce tutti quelli che salgono, li saluta e li agevola, è un esempio concreto di come il contributo del singolo, al di là delle procedure predefinite, per l’impresa rappresenta un fattore di straordinario successo. La leadership positiva è quella che sa agevolare tali comportamenti, che invece della gerarchia e degli ordini, sa comandare attraverso l’esempio agevolando un clima positivo che mette al centro la persona”.
Alessandra Borromini, HR Director – Italy, Greece & Turkey Human Resources Department Hermès ha aggiunto: “Oggi la valutazione delle risorse umane che avviene in fase di recruiting non può più prescindere dalle soft skills, che assicurano il successo dell'integrabilità di manager e collaboratori nella cultura d'impresa e nello sviluppo di un clima aziendale armonioso e collaborativo. Le competenze tecniche si apprendono o si possono acquistare, le attitudini sono invece l'espressione di comportamenti radicati nel patrimonio dei valori individuali e sociali della persona. L'attitudine positiva, empatica, gentile e generosa è un driver potentissimo per la trasformazione del business, capace di generare in modo virale un forte engagement nelle organizzazioni”.
Pierangelo Pollini, Business Awareness Institute partner & founder, ha concluso: “Ciascuno è leader di sé stesso: lo smart human è proprio l’umano che è consapevole della propria leadership, dei propri specifici valori e attitudini. Non c’è nulla di nuovo, sono concetti che già ci sono, ci sono stati e ci saranno: ma è come vedere le cose, è la visione, che fa la differenza”.
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