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Sviluppo della cultura d'impresa - News - 05/06/2014

1864-2014/ 150 anni di industria, industriali e società nel Biellese

1927
La Fabbrica di Drapperie G. Rivetti & Figli di Biella intrattiene costanti rapporti commerciali con l'India. Il grande paese, all'epoca ancora colonia dell'Impero Britannico agitato dalle spinte indipendentiste impersonate in Mohandas Karamchand "Mahatma" Gandhi, rappresentava un mercato importante per le esportazioni del lanificio cittadino. Ma la produzione dei tessuti risentiva delle difficoltà economiche e tecniche dell'Italia del tempo e, spesso, i Rivetti dovettero ricorrere ai "certificati di forza maggiore" rilasciati dal Comune di Biella per giustificare mancate consegne di parte delle stoffe ordinate e cali di peso o di lunghezza delle pezze (più precisamente indicati come "eccedenze in meno del 5% sul yardaggio prescritto"). Le cause "di forza maggiore" che il Podestà di Biella era chiamato a certificare erano non meglio specificati "incidenti di lavorazione", guasti alle macchine (cimatrici e rameuses difettose o telai soggetti a frequenti rotture), interruzioni dell'erogazione dell'energia elettrica, errori umani (per lo più orditrici imprecise o tintori distratti) ecc. Le spedizioni si limitavano di norma a una o due casse di legno, ma in alcuni casi comprendevano più colli, tutti opportunamente marchiati. Ogni cassa conteneva quasi sempre otto "pieces". I clienti, una mezza dozzina in tutto con gli strani nomi derivati dal sanscrito (Gopinath Changamull, Naraindass Tandon, Kissengopal Jevandass, Ramjee Devkaran, Biswanath Bodri Narain ecc.), attendevano i prodotti "Made in Italy" a Calcutta, Cawnpore, Delhi, Bombay, Amritsar e qualcuno anche a Karachi (oggi in Pakistan).


1928
Nell'autunno, all’interno del Lanificio Giletti di Ponzone, è attivata una scuola professionale. L’aveva fortemente voluta il cavalier Oreste Giletti che da qualche anno aveva assunto le redini dell'azienda fondata dal padre Anselmo, morto nel marzo del 1927. La ditta, un lanificio a ciclo completo che occupava più di mille operai, aveva significato molto, se non tutto, per il processo di urbanizzazione di una valle fino a pochi anni prima semideserta. Attorno allo stabilimento in continua espansione Anselmo e Oreste Giletti avevano costruito case operaie, eleganti palazzine per i dirigenti, il convitto, la cooperativa, il forno, il ristorante, il "Circolo Dopolavoro", il teatro, la sede delle associazioni sportive e ricreative e, fiore all’occhiello, l’asilo infantile e le scuole elementari. Nell’estate del 1928 lo stesso Oreste Giletti illustrò i motivi della nuova iniziativa didattica con una lettera circolare a firma “Il vostro Principale” distribuita nei reparti: “Nel corso degli studi che stiamo facendo per migliorare la nostra organizzazione di lavoro, si è constatata una difficoltà derivante dall’insufficiente grado generale d’istruzione. Per rimediare a questa deficienza ho deciso di istituire una scuola pratica interna”. Lo scopo, pur succintamente definito, era dunque chiaro: preparare forza lavoro meglio istruita per renderla più efficiente e professionale, capace di sostenere le sfide che le nuove forme di produzione comportavano. Da quel momento in poi, aggiungeva l’imprenditore ponzonese, gli avanzamenti di carriera all’interno del lanificio sarebbero stati possibili solo per coloro che avessero frequentato i corsi con profitto.


1929
"E' costituito un Consorzio permanente per l'istituzione ed il funzionamento di una Stazione Sperimentale per le fibre e le industrie tessili in genere per la lana e l'industria laniera in particolare. Ente morale autonomo sotto la vigilanza del Ministero delle Corporazioni e con sede stabile in Biella". Era il primo articolo di una proposta di statuto per una Regia Stazione Sperimentale che rimase, come il suo statuto, una proposta, una bozza. L'idea era più che buona, pur risentendo dello "spirito dei tempi", ed ebbe poi, a distanza di qualche lustro, una parziale realizzazione nel Centro Ricerche e sperimentazione per l’industria laniera “Oreste Rivetti”. Gli articoli 5 e 6 esplicitano finalità e ambiti di azione del consorzio: "scopo della Stazione Sperimentale, da conseguirsi gradatamente, secondo le disponibilità di essa è di effettuare, promuovere e dirigere studi e prove sperimentali e dimostrative, anche per conto di Enti pubblici e di privati, intese al perfezionamento tecnico ed economico dell'industria tessile in genere e della laniera in particolare" e "per il conseguimento dei predetti scopi la Stazione potrà valersi insieme con impianti e mezzi proprii di ricerca e di divulgazione anche di impianti, mezzi e materiali di altre istituzioni e potrà suddividersi in sezioni ed anche fondare sezioni staccate fuori della sede centrale di Biella e della regione biellese". Furono raccolte informazioni di carattere gestionale e tecnico di altre stazioni sperimentali già operanti sul territorio nazionale, come quella di risicoltura di Vercelli, quella dell'industria del cuoio di Torino e quella della carta e delle fibre tessili di Milano, ma a Biella l'iniziativa non riuscì a concretizzarsi.

 

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