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News - 23/01/2014

1864-2014/ 150 anni di industria, industriali e società nel Biellese

1870
Apre gli sportelli la Banca Biellese. Era stata fondata nel settembre dell'anno precedente su iniziativa di Quintino Sella e di monsignor Giovanni Pietro Losana, vescovo di Biella. La presidenza è affidata a Giuseppe Venanzio Sella, fratello dello statista. Inizialmente la sede si trovava nel complesso dell’ex convento di San Sebastiano, poi si trasferisce a palazzo Amosso, nell'allora via Maestra (oggi via Italia) e, infine, in via dell'Ospedale (oggi via Marconi) in quello che oggi è il palazzo dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino. Era nata con lo scopo dichiarato di "fiancheggiare l'industria e il commercio locali”, due settori economici fondamentali, ma ancora privi di un adeguato supporto bancario locale. Nel giro di pochi anni arriva a essere il maggiore istituto di credito del Biellese. Chiuse i battenti nel 1927 quando fu acquisita dalla Banca Agricola Italia del finanziere biellese Riccardo Gualino.

 

1871
L’industria biellese trova voce su un foglio nato per “illuminare i commercianti e gli industriali” in merito alle “invenzioni, scoperte e perfezionamenti relativi al commercio, alle industrie ed alle arti”. Gli abbonati, oltre alle notizie di cronaca, ai redazionali di argomento geo-politico ed economico a livello nazionale e internazionale, e agli annunci amministrativi, giudiziari e pubblicitari, sarebbero stati informati “degli esperimenti o delle applicazioni chimiche o fisiche; dello stato dei nostri opifici e degli stabilimenti di utilità”. Si ha traccia di una testata denominata “L’Industria-Gazzetta Biellese” stampata nel 1855, ma aveva avuto vita breve. L’iniziativa editoriale del 1871 ha goduto, invece, di maggiore fortuna. Esce per più di un trentennio e si può considerare l’ideale “progenitore” del trisettimanale “Eco di Biella” che l’Unione Industriale Biellese ha creato nel 1947 e che è tuttora in edicola.

 

1872
In ottemperanza delle disposizioni contenute nella circolare della Prefettura di Novara del 10 ottobre 1872, la Città di Biella compila le “Notizie statistiche sugli Operaj”. I dati furono sicuramente parziali, sia per omessa denuncia sia per imprecisione fisiologica, ma risultano comunque interessanti. La base è quella di una popolazione residente di circa 10.000 abitanti. Gli addetti nelle industrie cittadine erano 1475, di cui 481 donne. Il Lanificio Maurizio Sella occupava il maggior numero di persone (357), più del doppio della seconda azienda in ordine di grandezza, ossia il Lanificio Giovanni Bozzalla e Figlio (143). La fabbrica di “lana meccanica” Giovanni e Canepa & C. dichiarò di avere sul libro paga 128 operai, di cui 123 donne, 103 delle quali di età compresa tra i 10 e 20 anni. La prima ditta non tessile per numero di occupati era la Fonderia di ghisa Giuseppe Squindo: 110, tutti uomini. Giuseppe Balada, fabbricante di cappelli, ne aveva 22 e il birrificio Menabrea 21. Tra i più piccoli si segnala l’asfaltatore Giovanni Borghesio (3). Una nota alla statistica rassicurava sul fatto che la mortalità nelle fabbriche non era superiore alla media e che era normale anche l’incidenza di malattie contagiose o gravi.

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