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News - 09/01/2014

1864-2014/ 150 anni di industria, industriali e società nel Biellese

1864
Il 13 agosto, in Torino, è costituita la Società dei Fabbricanti di Pannilana e Filatori del Circondario di Biella. Si trattava di una "società libera avente per oggetto di stabilire norme comuni ed uniformi per regolare i rapporti tra loro, e gli operai che si trovano, o saranno per essere addetti ai loro opifizii, in modo a conciliare i progressi dell'industria medesima, e l'andamento economico dei loro stabilimenti, coi diritti e cogli interessi de' loro cooperatori". Delle trentatré aziende fondatrici soltanto una, il Lanificio Fratelli Piacenza, è ancora oggi in attività. La società fondata nel 1864 rappresentava l’esordio dell’associazionismo industriale nel Biellese e il primo passo di un cammino solidale tra gli imprenditori biellesi. Quel sodalizio ha saputo durare fino a oggi arricchendosi e consolidandosi attraverso varie esperienze, come quella organizzata da Felice Piacenza nel 1901, quelle localizzate nelle valli del Biellese orientale, la Federazione Industriale Biellese nel 1919 e quella federativa a livello provinciale (Vercelli) e circondariale (Biella) durante il Fascismo, che portarono all’Unione Industriale Biellese nel 1946.

 

1865
Nel Biellese ormai industrializzato, la scarsità d’acqua sta diventando un problema tanto imprevisto quanto grave. Le fabbriche lungo i torrenti, soprattutto il Cervo, la Città di Biella e l’agro biellese e vercellese, ossia la pianura tenuta a risaie, necessitano di un sempre maggior apporto idrico sia per produrre forza motrice sia per uso irriguo. Nella prima parte dell’anno si discute per concretizzare l’ambizioso progetto “per la derivazione dal Torrente Leiss o Lys, scorrente nella vallata di Gressoney di un canale” per reintegrare la portata del Cervo con un lungo tunnel attraverso le montagne, da Gaby a Piedicavallo. L’idea del traforo sotto la Mologna era stata definita nell’elaborato dell’ingegner Tommaso Gavosto e dei geometri Gioacchino Amosso e Agostino Barbera presentato alla cittadinanza nel dicembre precedente e immediatamente accolta e sostenuta dal Sotto-Prefetto del Circondario di Biella, cav. Stefano Delfrate. Malgrado le premesse la “diramazione” Lys-Cervo non fu realizzata.

 

1866
Quando il Circondario di Biella si estendeva dalla Serra al Sesia, ovvero includeva anche le terre di Bornate, Piane Sesia, Serravalle Sesia e Vintebbio appartenenti nel mandamento di Crevacuore, si poteva vantare come biellese la antica e grande cartiera che fu dei Salomone (fine Cinquecento), quindi dei Fratelli Avondo (fine Settecento) e, infine, Soc. An. Cartiera Italiana di Serravalle (1873). Di quella fabbrica si disse che “in grandiosità e perfezione la cede per nulla ad ogni altro di simile produzione sia nazionale, che estero”. L’industria cartaria in Biella è testimoniata sin dal XVI secolo: nella prima metà del Cinquecento, infatti, il nobile Antonio Mondella fabbricava di già quelle che erano considerate tra le migliori carte italiane. Nel 1866 era ancora attiva la cartiera di Bernardo Amosso al Bardone, alla confluenza tra i torrenti Cervo e Oropa, che produceva ogni anno 4.000 risme di carta di alta qualità dando lavoro a circa trenta operai. Nello stesso periodo anche la ditta Alessandro Maffei, che impiegava mezza dozzina di dipendenti, era sul mercato con la sua produzione di carta per imballaggio. 

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