(Versione stampabile)  

News - 25/09/2014

1864-2014/ 150 anni di industria, industriali e società nel Biellese

1972
L'imprenditore filantropo Rodolfo Caraccio, per volontà testamentaria, dona alla Città di Biella il quadro "Fra colori e vapori". La tela dipinta da Giuseppe Bozzalla (1874-1958) nel 1904 era stata acquistata da Vittorio Emanuele III e portata al Quirinale e lì era rimasta fino al 1946. All'indomani della consultazione elettorale che sancì la vittoria della repubblica sulla monarchia dell'opera si persero le tracce. Il 22 novembre 1960 il Circolo degli Artisti di Biella inaugurò una mostra antologica (il catalogo fu curato e pubblicato dall'Unione Industriale Biellese) dedicata al pittore allievo di Delleani e in quella occasione l'opera ricomparve. Fu esposta come proprietà del comm. Caraccio. La donazione fece sì che il dipinto ispirato al lavoro nelle tintorie biellesi della fine dell'Ottocento fosse inserito nelle collezioni civiche e che entrasse a far parte del patrimonio storico-artistico del Museo del Territorio Biellese. Rodolfo Caraccio morì a Milano in quello stesso 1972 a settant'anni. Si occupò principalmente di commercio di materia prima laniera come successore del padre Giuseppe (che aveva costituito una "casa" d'importazione e rappresentanza in società con Francesco Borsano nel 1907), ma il suo nome è legato, soprattutto, all'attività benefica della Fondazione Famiglia Caraccio costituita nel 1961. La Fondazione Famiglia Caraccio ha operato e opera a supporto dell'Ospedale degli Infermi di Biella. A Rodolfo Caraccio è stata intitolata proprio la via antistante il nosocomio cittadino.
1973
"Questa non è una Rivista per gli Imprenditori ma degli Imprenditori. Non abbiamo voluto restare in ufficio e dopo aver consultato articoli, riviste del settore esprimere il nostro parere. Ci pare che non avremmo raggiunto nessun scopo, tranne quello di aggiungere una voce a quelle già numerose che raggiungono l'industria e che l'industria non ha più il tempo di recepire. Abbiamo perciò rovesciato le posizioni. Gli imprenditori si trasformano in cronisti e giornalisti e noi ci limitiamo ad essere il veicolo più diretto di questa fonte di informazione tra di loro". Si presenta così "Eco delle Industrie. Edizione economico tecnica per l'industria" nel suo primo numero (unico) per l'anno 1973. Gian Maria Caselli era il direttore responsabile, mentre a Giovanni Caselli e a Giuliano Ramella era affidato il coordinamento redazionale. Gli articoli e le interviste contenuti nel volume (632 pagine) erano snelli, efficaci e "sul pezzo". Gli industriali biellesi che contavano furono tutti "reclutati" come redattori e non mancarono articoli di curiosità e di "varie ed eventuali" dal mondo dell'arte, della cultura, dello sport ecc. Tra i tanti "pezzi" da recuperare per attualità dei temi e come mezzo di contrasto, risulta, a una lettura lontana più di quarant'anni, di particolare interesse quello dell'ing. Lorenzo Levis intitolato "L'inquinamento nel Biellese". Il problema maggiore rilevato dal tecnico riguardava la contaminazione delle acque di superficie e sotterranee e lo stesso ingegnere individuava nel lavoro di insieme (oggi si direbbe fatto in rete) l'unico mezzo per ottenere risultati apprezzabili. In questa direzione andava il "Consorzio Industriale per il risanamento delle acque del Biellese" costituito "per sopperire alle constatate carenze ai fini dell'attuazione delle provvidenze collettive che si dovranno assumere per il miglioramento dello stato delle acque".
1974
"Viene dato oggi a Verrone il via "ufficiale" all'attività produttiva dello stabilimento Lancia. Il grandioso complesso è ultimato: restano da eseguire lavori di rifinitura e di dettaglio. E resta da completare l'installazione degli impianti. Oggi, come s'è detto, viene dato il primo "giro di manovella", nei prossimi giorni continueranno però ad affluire a Verrone le macchine che squadre di tecnici monteranno. Sono circa 350 i lavoratori a tutt'oggi impegnati nello stabilimento. Di questi, 2000 provengono dai corsi di Cerreto Castello (dove intanto prosegue l'attività di qualificazione e riqualificazione di personale destinato alla Lancia), ed hanno già effettuato un periodo di "rodaggio" a Chivasso". L'avvenimento meritò la prima pagina su "Eco di Biella" di lunedì 22 aprile. Il Biellese, come già avvenuto per la Coca Cola di Gaglianico sei anni prima, si dimostrava un territorio in cui investire per industrie "forestiere" alternative a quelle tessili. La posizione equidistante e, tutto sommato, raggiungibile della piana biellese rispetto a Milano e Torino induceva a credere nello sviluppo industriale della zona. Malgrado la contingente crisi del settore automobilistico, Lancia completò il programma di avvio della fabbrica. Costruita a partire dal 1972, quella di Verrone era la quarta unità produttiva dopo Torino - Borgo San Paolo (1911), Bolzano (1937) e Chivasso (1962). Dal punto di vista occupazionale "l'obiettivo, com'è noto, è di arrivare ai 2.500 dipendenti entro il 1975". In quegli stessi giorni un piccolo grande evento si verificava nel Biellese industriale. La IBM Italia, il 7 marzo, organizzò un seminario presso l'Hotel Astoria di Biella sul tema dello "utilizzo del calcolatore per la gestione automatica delle informazioni in campo tessile", come a dire che il computer e l'informatica si stavano timidamente affacciando nel mondo produttivo biellese.

 

Sito di provenienza: Unione Industriale Biellese - https://www.ui.biella.it