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News - 17/07/2014

1864-2014/150 Anni di industria, industriali e società nel Biellese

1945
"La RSI aveva varato un modello di contratto di lavoro denominato "contratto Spinelli", dal nome di quel Ministro del Lavoro. All'applicazione del contratto Spinelli gli operai biellesi opposero un netto "no". Si tentò di fare dei contratti aziendali ma le autorità repubblichine si opponevano, imponendo agli industriali l'applicazione del contratto Spinelli. Si formò così un Comitato clandestino sindacale misto, formato da appartenenti ai tre movimenti di massa: comunisti, socialisti, democristiani...". A chi procurava il lavoro e a chi lo svolgeva non interessava la "socializzazione dei mezzi di produzione" propugnata dal ministro della Repubblica Sociale Italiana, Giuseppe Spinelli (1908-1907), come extrema ratio di pacificazione sociale in una situazione ormai insostenibile. A cinquant'anni dalla firma del "Contratto della Montagna", sottoscritto da imprenditori e lavoratori biellesi il 29 marzo 1945, al "Quadretto" di Selve Marcone, uno dei protagonisti di quella storica giornata rievocava così il clima di quel drammatico periodo. La ricerca e la volontà di una soluzione al problema dei rapporti tra industriali e maestranze in quel momento tragico dimostrava che il "linguaggio universale" dei biellesi è quello del lavoro. Lungo al strada per Pettinengo si concretizzò un processo avviato fin dal 1943 con il quale si intendeva porre le basi, una volta finita la guerra, per una nuova dinamica di rapporti nel rispetto delle competenze, delle prerogative e dei ruoli. Per questo rispetto tra le parti il "contratto Spinelli" non ebbe seguaci a Biella e nel Biellese: a ognuno il proprio compito, storicamente delineato, con nuove regole, come "la conquista delle 40 ore di lavoro settimanali per tutti e l'affermazione della parità salariale tra uomo e donna".


1946
E' tra le ditte biellesi più antiche ancora in attività e, già nel 1946, poteva vantare un traguardo importante. "La Casa di Spedizioni Fratelli Avandero corrente in Biella (Vercelli) registra un primato assoluto nella Penisola, risultando già esistente nell'anno 1746. Naturalmente l'anzianità è maggiore, ma mancano dati probatori per stabilire l'esatta data iniziale dell'attività. Infatti, nel lontano 1746, in circostanze assai difficili e cioè quando Biella era minacciata da invasioni ad opera dei Galispani e si temevano saccheggi, la Congregazione della Casa del Monte, temendo il peggio, incaricava il Signor Avandero, antenato dell'attuale Titolare, di trasportare e mettere in salvo a Torino «i tesori, l'oro, l'argento ed ogni altro mobile». L'impresa, che fu condotta a buon fine, segnò l'inizio di quegli incarichi di fiducia che sono tutt'ora onore e vanto dell'attuale Casa di Spedizioni e Trasporti «Avandero»". Quella commessa da "portavalori" quanto mai delicata, affidata dal Monte di Pietà di Biella il 9 febbraio 1746 e archivisticamente documentata, nel 1946 dava diritto all'azienda che in origine aveva base in centro città, nell'allora piazza San Paolo (oggi piazza 1° Maggio), di fregiarsi di almeno due secoli di storia come insostituibile supporto logistico dell'industria biellese. Negli anni Cinquanta e Sessanta l'azienda contava diverse centinaia di dipendenti, filiali in tutta Italia e "corrispondenti" anche all'estero. Nel 1993 la ditta "Fratelli Avandero" fu acquisita dalla SAIMA Società per Azioni Innocenti Mangili Adriatica, storica azienda di spedizionieri lombarda attiva fin dall'inizio dell'Ottocento. Nel 2008, dopo una serie di cambi di proprietà, la SAIMA Avandero, incorporata nella belga ABX Logistics, è entrata a far parte del gruppo danese DSV.


1947
Nel 1947 la OBEM presenta la sua macchina "vaporizzo a forma di casetta". La Officina Biellese Elettro Meccanica era stata fondata a Biella l'anno prima da Luigino Barchietto (1923-1996). Dapprima l'azienda, che aveva sede nello stabile tuttora visibile lungo via Cernaia, al di sopra del Lanificio Fratelli Cerruti, costruiva macchinario per vaporissaggio e termofissaggio filati. Poi, all'inizio degli anni Cinquanta, la produzione si è specializzata nelle macchine di tintura filati, tops e matasse. L'edificio di Biella divenne troppo angusto per contenere l'espansione produttiva e commerciale dell'officina, così negli anni Sessanta si trasferì nel più moderno stabilimento della strada Brignana, al confine con Vigliano Biellese. In quegli anni i tecnici della OBEM svilupparono un sistema di collegamento in parallelo fino a 4 o 6 vasche di tintura verticali e poi orizzontali modulari. Nel 1986 la OBEM Dyeing and Steaming Machinery contribuì a realizzare il primo impianto di tintura robotizzato del Nord America con apparecchi verticali e, tre anni dopo, fu la volta di un sistema totalmente automatizzato con macchine orizzontali modulari. Dopo la morte del fondatore, la conduzione di una delle realtà industriali biellesi più attive a livello mondiale è passata ai figli Paolo, Giorgio e Carlo Barchietto.

 

Sito di provenienza: Unione Industriale Biellese - https://www.ui.biella.it